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      In pari tempo il congresso de' baroni di Bosnia aveva condotta una seconda armata nella Dalmazia veneta, ed aveva assediata Zara, città fortissima, che i predecessori di Luigi avevano più volte assediata con infelice riuscita. Il congresso de' baroni di Bosnia si tenne un intero anno sotto le sue mura, e già disperava di riuscire nell'intento a forza aperta, quando la seduzione compì i suoi desiderj404. Due ufficiali tedeschi della sua armata ebbero segrete intelligenze col priore del monastero di san Crisogono contiguo alle mura405. Il priore, ch'era tedesco, provvide di scale i suoi compatriotti, ed introdusse gli assedianti nella sua chiesa; le guardie della vicina porta furono sorprese ed uccise, e l'armata ungara entrò in città per questa porta. La guarnigione veneziana, dopo una vigorosa resistenza, fu costretta a ripararsi nel castello406.
      I Veneziani, abbattuti da tante calamità e spaventati dalla perseveranza del loro nemico, risolvettero in ultimo di chiedere la pace al re d'Ungheria riportandosi per le condizioni alla di lui generosità. Scelsero ambasciatori tra i gentiluomini i più ragguardevoli, e fecero col mezzo loro pregare il re di stender egli medesimo un trattato, che promisero di sottoscrivere all'istante. Luigi, commosso da tanta confidenza, rispose, ch'egli non aveva fatta la guerra che per ricuperare le città spettanti alla sua corona. Queste sole egli domandava, e la rinuncia del doge e della signoria ad ogni titolo e diritto sopra le medesime. Soggiunse che non aveva bisogno di danaro, e che non voleva tributi, ch'era apparecchiato a rendere i castelli conquistati nel territorio di Treviso, perchè non pensava ad ingrandirsi con ingiusti acquisti, ma soltanto chiedeva, che, trovandosi egli obbligato a sostenere qualche guerra marittima, la signoria gli somministrasse ventiquattro galere, di cui pagherebbe egli le spese407.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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