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      Fra Giacomo de' Bussolari aveva in fresca gioventù abbandonato il mondo per consacrarsi ad una vita penitente sotto la regola di sant'Agostino. Dopo aver vissuto alcun tempo come eremita ne' deserti, era stato dai superiori del suo ordine rimandato a Pavia, sua patria. Fu colà incaricato di predicare il mercoledì delle ceneri nella sala del vescovado, ed aveva in tale circostanza mostrato tanta pietà, fervore ed eloquenza, che il popolo lo aveva supplicato di predicare ogni giorno tutta la quaresima, ed il vescovo glielo aveva ordinato. L'impudenza del vizio e la corruzione, di cui davano il più scandaloso esempio i giovani Beccaria, offendevano la sua anima pura ed elevata. Egli aveva predicato contro l'aperta incontinenza delle donne e contro l'usura, e la sua santa eloquenza era stata cagione di una visibile riforma ne' costumi de' cittadini419. I giovani Beccaria erano omai i soli che non pensassero a correggersi; mentre i capi della loro casa, Castellino e Fiorello, che temevano gli effetti dei vizj e delle dissensioni dei loro nipoti, eccitavano il monaco a predicare coraggiosamente ed a non risparmiare chicchefosse. Castellino Beccaria, ch'era ammalato, facevasi sempre portare in lettica alle sue prediche420.
      Infatti frate Giacomo più non si limitò ad attaccare i vizj privati; inveì dal pulpito contro quelli della nazione e contro quelli de' principi, contro la viltà de' cittadini, contro il loro egoismo, contro la loro tolleranza della schiavitù, contro la corruzione, l'ingiustizia e la crudeltà de' tiranni.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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