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      Con questi discorsi risvegliò l'amore di patria ne' cuori in cui da lungo tempo era già spento, facendolo a bella prima agire contro i tiranni di Milano che in allora cercavano di rapire ai Pavesi l'indipendenza nazionale, come i tiranni domestici avevano loro tolta la libertà. Eccitò il popolo a riprendere, per sua difesa, le armi da lungo tempo deposte in mano di soldati mercenarj; chiese ed ottenne i soccorsi dal marchese di Monferrato; indi fece preparare delle scale, ed il 27 di maggio in sul fare del giorno sortì egli stesso alla testa d'un corpo di fedeli che aveva adunati nella chiesa e di cui avea fatta un'armata, e la condusse da valoroso capitano contro il primo ridotto de' Milanesi posto sul Ticino. I Tedeschi al soldo de' Visconti, che custodivano questo ridotto, sconcertati dall'impeto straordinario de' Pavesi, opposero loro breve resistenza; la bastia fu presa ed abbruciata, ed uccisi, fatti prigionieri o dispersi coloro che l'occupavano. Frate Giacomo avanti che s'intiepidisse l'entusiasmo de' suoi concittadini li condusse immediatamente ad attaccare il secondo ridotto dall'altra banda del Ticino, ove i Tedeschi, spaventati dalla disfatta dei loro compagni, non fecero maggior resistenza: dietro al secondo fu preso anche il terzo ed abbruciato come gli altri due. Dopo i ridotti vennero in potere de' vincitori diverse barche nemiche adunate sul Po dalla banda di Piacenza; e per tal modo fu in un solo giorno levato l'assedio di Pavia, e dispersi i soldati che vi teneva il nemico, quando tutta l'Italia credeva che quella città dovesse arrendersi421.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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