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      Ordinò loro di formare venti compagnie di cento uomini cadauna nel rispettivo quartiere; nominò pure quattro capi di questa milizia, e quand'ebbe finita la predica il popolo ratificò co' suoi suffragi le nomine fatte dal predicatore. Tutti gli eletti accettarono l'impiego loro affidato pel ristabilimento della religione e della libertà437.
      I Beccaria, che dal solo impero della parola si vedevano spogliati della propria autorità, senza un fatto d'armi, senza violenza, e soltanto perchè il popolo aveva cessato di ubbidire loro, non vedevano altro mezzo di ricuperare il perduto potere, che la morte di questo monaco sedizioso. Tentarono perciò di ottenere l'intento, ora colla sorpresa, ora coll'aperta forza, ma le guardie che il popolo aveva date al predicatore rispinsero costantemente i loro satelliti. Per ultimo s'addirizzarono ai Visconti, de' quali erano stati lungo tempo dipendenti, riconciliaronsi con loro, e cercarono il mezzo di aprire alle loro milizie le porte di Pavia. Ma il monaco, che teneva gli occhi aperti sui Beccaria, dopo avere dal pulpito informato il popolo de' loro complotti, mandò un centurione a Milano de' Beccaria, per portargli l'ordine d'uscire subito dalla città e dal suo territorio. Milano ubbidì tremando, e colla famiglia si ritirò in uno de' suoi castelli, ove ben tosto lo raggiunse suo fratello. Allora diedero ai Visconti tutte le fortezze che possedevano nel territorio di Pavia, assoldarono truppe e rinnovarono i loro intrighi in città perchè i loro partigiani ne aprissero le porte ai Visconti.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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