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      La repubblica destinò ufficiali incaricati di reprimere il lusso delle donne, con ordine di stracciare gli abiti di quelle che si presentassero in pubblico con vesti ricamate, o di stoffa di seta. D'allora in avanti più non si videro vestite che d'un manto nero, e con un velo in sul capo. Tutti i loro giojelli furono mandati al frate, che li fece vendere a Venezia, onde impiegare il valore in difesa dello stato446.
      Frattanto i Visconti avevano bloccata Pavia, ed innalzate in faccia alle porte nuove bastie per levare agli assediati ogni comunicazione colla campagna. In luglio del 1359, il marchese di Monferrato sorprese queste bastie, e rinfrescò di vittovaglie la città assediata447; ma le forze de' signori di Milano erano tanto superiori quelle de' Pavesi, che malgrado questo piccolo successo, la città venne più stretta di quel che lo fosse mai stata prima. I conti di Langusco e tutti i Guelfi, in addietro esiliati, erano stati richiamati a Pavia; ma i Beccaria, vivendo ne' loro castelli, avevano riacquistata l'antica influenza sui Ghibellini delle campagne, di cui erano lungamente stati i capi. I campagnuoli, avendo poca parte all'amministrazione della repubblica, prendevano sempre minore interessamento all'indipendenza della loro patria che al trionfo del loro partito, e tutti coloro che non assistevano alle prediche di fra Bussolari, ponevansi volentieri sotto le insegne d'una famiglia che gli aveva governati molti anni. Tutto il distretto d'oltre Po, si sottomise ai Beccaria, tranne i castelli di san Paolo, Stradella e Cicognola; in appresso tutta la Lomellina si arrese ai signori di Milano, fuorchè i castelli di Brencida e Durno; per ultimo il terzo distretto al nord del Ticino, detto Campagna, venne occupato dai Ghibellini, ad eccezione del castello di Curbisto448. Il marchese di Monferrato più non poteva soccorrere i Pavesi, essendo egli stato indegnamente tradito dalla grande compagnia, che aveva di nuovo assoldata dopo una spedizione fatta da questa nella Romagna e nella Toscana, di cui dovremo parlare più abbasso.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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