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      Volle l'accidente che le due armate si scontrassero il 10 aprile presso a Torrita, e che gli avamposti cominciassero una zuffa che in breve si fece generale. I Sienesi furono battuti, ed il loro capitano Anichino di Bongarten fatto prigioniere471. I Perugini entrarono ancor essi nel territorio sienese, ed il 29 d'aprile si presentarono in faccia alla capitale. Per altro perchè bramavano la pace si astennero dal guastarne il territorio472. I Fiorentini vedevano con rincrescimento le due repubbliche consumare le loro forze le une contro le altre, onde offrirono la loro mediazione, e si sforzarono d'aprire qualche trattato; ma i Sienesi che avevano opinione d'essere il più orgoglioso popolo della Toscana, vollero, prima di negoziare, lavare la vergogna della disfatta sofferta a Torrita. Questo ardente desiderio di vendetta fece loro scordare gli interessi del proprio partito, quelli della libertà e delle antiche loro alleanze; chiesero soccorsi ai Visconti di Milano, nominarono capitano di guerra il prefetto di Vico, e per ultimo offrirono danaro alla grande compagnia del conte Lando per tirarla in Toscana, a condizione che accamperebbe un mese nel territorio perugino per guastarlo affatto473.
      La grande compagnia trovavasi allora in Toscana sui confini del Bolognese, ed era, in assenza del conte Lando, che aveva fatto un viaggio in Germania, comandata dal conte Broccardo e da Amerigo di Cavalletto. Era numerosa di tre mila cinquecento cavalieri, e di molta infanteria. Nel mese di luglio fece domandare il passaggio ai Fiorentini per recarsi nel territorio di Perugia.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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