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      Il 10 ottobre del 1356 Giovanni Manfredi, signore di Faenza, erasi sottomesso al legato Egidio Albornoz; gli aveva aperte le porte della sua capitale e di tutte le fortezze, ritirandosi egli a Bagnacavallo, il solo di tanti suoi feudi che la chiesa gli lasciava488; Francesco degli Ordelaffi, signore o capitano di Forlì, era rimasto solo contro tutte le forze del legato, altra risorsa non avendo che il suo coraggio, quello di sua consorte, e l'interessata amicizia dei capi della grande compagnia.
      Gli abitanti di Forlì, circondati da nemici così potenti, presentaronsi a Francesco degli Ordelaffi. «Noi abbiamo sempre per la tua casa, gli dissero, lo stesso amore, di cui abbiamo dato prove in altre circostanze. Quando i tuoi antenati trovaronsi al par di te esposti alle umane vicende e furono esiliati dalla loro patria, gli abbiamo ajutati colle nostre ricchezze e col nostro sangue per farli rientrare in casa loro e restituir loro la sovranità. Noi siamo disposti a fare lo stesso per te, tostocchè ci si presenterà favorevole occasione; ma ora ti preghiamo di considerare che, rimasto solo contro il legato della chiesa, non puoi sperare di sostenerti lungo tempo, onde al presente sagrificheremmo inutilmente per salvarti i nostri beni e le nostre persone.» L'Ordelaffi, udite queste parole, si avanzò verso di loro e disse: «Voglio che voi apertamente conosciate le mie intenzioni. Io non tratterò colla Chiesa che a condizione di conservare Forlì, Cesena e tutte le altre terre da me possedute.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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