Pagina (237/301)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Essi non avevano più nulla a temere dai loro nemici, e questo sembrò loro il più propizio istante di schiacciare un alleato con un atto di perfidia. Ridussero i sei cento cavalieri, mandati dall'Oleggio, ad abbandonare il proprio padrone, ed a prestar loro giuramento di fedeltà. Questa diserzione, che in pari tempo indeboliva il signore di Bologna, e rendeva essi medesimi più forti, fu comperata a prezzo d'oro. Tosto che l'ebbero ottenuta, dichiararono la guerra a Giovanni d'Oleggio, ed in dicembre fecero invadere il suo territorio da Francesco d'Este cugino ribelle del signore di Ferrara520. L'armata che comandava questo generale era composta di tre mila corazze, di mille cinquecento Ungari, di quattro mila fanti e di mille arcieri. Oleggio chiese invano soccorso a tutti i suoi alleati; il solo legato gli mandò quattrocento cavalli, meno pel suo vantaggio, che per avere opportunità di colorire i progetti ch'egli di già formava sopra Bologna. Questa truppa non bastando per tenere la campagna, Oleggio si afforzò nella sua capitale, e si dispose a sostenere un assedio521. Nello stesso tempo ritirò da ogni castello gli uomini di cui credeva non doversi fidare, e chiese ostaggi agli abitanti per obbligarli a difendersi vigorosamente.
      In fatti Francesco d'Este cominciò l'assedio di alcune fortezze del Bolognese: Crevalcuore gli si arrese il 20 dicembre, ed alla fine di febbrajo del 1360 Castiglione. Oleggio vedeva chiaramente che tutti i suoi castelli gli verrebbero tolti l'un dopo l'altro, se non otteneva esterni soccorsi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





Oleggio Bologna Giovanni Oleggio Francesco Este Ferrara Ungari Bologna Oleggio Francesco Este Bolognese Crevalcuore Castiglione