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      All'indomani, domenica 20 luglio, il suono della maggior campana chiamò i Bolognesi alle armi. Quattro mila di loro sortirono contro al nemico sotto il comando del podestà e dei due Malatesti, ed occuparono in silenzio le due rive della Savenna, prima che l'armata de' Visconti avesse sentore del loro avvicinamento. Tutt'ad un tratto mostraronsi da ogni banda coi corazzieri e gli Ungari, che Giovanni da Bileggio credeva in fondo alla Romagna, ed avendo per loro il vantaggio del terreno, attaccarono furiosamente i Milanesi chiusi nel letto del fiume. Questi per altro si difesero valorosamente; ma circa cinquecento di loro furono uccisi nel luogo medesimo in cui facevasi il ridotto, più di altri cinquecento perirono nel volere aprirsi un passaggio attraverso ai nemici, mille trecento corazzieri furono fatti prigionieri, tra i quali Giovanni da Bileggio e molti signori degli Ubaldini; in fine quasi non si salvarono altri di quest'armata che trecento corazzieri, che erano stati staccati per iscortare un convoglio di vittovaglie, e che fuggirono a tempo. Il progetto di Malatesti tendeva a sorprendere nello stesso tempo l'altra metà dell'armata ghibellina, che Francesco degli Ordelaffi aveva condotta in Romagna; ma questi, avvisato della rotta de' suoi alleati si riparò sollecitamente a Lucco, ove si pose al sicuro. Quando la notizia di questa disfatta fu recata a Barnabò Visconti, vestì di nero in segno della sua afflizione; ed i suoi cortigiani temevano in modo la rabbia ch'egli ne aveva concepita, che niuno di loro, per più giorni, non osò avvicinarlo541.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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