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      Tutta la nobiltà d'Italia fu invitata alle feste date in tale occasione, come pure tutti gli ambasciatori di tutti i principi e di tutte le città. Contaronsi ne' banchetti fin cento signore e mille cavalieri delle più illustri famiglie; tutti i convitati furono magnificamente regalati, e la corte di Milano cercò con un lusso e con una pompa straordinaria di fare scordare alla nuova sposa i reali onori che aveva perduti543.
      La Francia, che in tal modo vendeva il sangue de' suoi principi, era inallora nel più deplorabile stato in cui siasi giammai trovata quella monarchia. Dall'una all'altra estremità il regno era stato ruinato dalle incursioni degl'Inglesi, dalle eccessive imposte levate per difesa dello stato e per pagare la taglia del re, dai tradimenti del malvagio re di Navarra e dalle guerre civili da lui promosse, dalla ribellione de' contadini, conosciuta sotto il nome di Jacquerie; finalmente, per mettere il colmo alla sua oppressione, il regno trovavasi in tale epoca abbandonato al saccheggio delle grandi compagnie, e travagliato dalla peste. Le prime compagnie si erano formate di soldati francesi ed inglesi, quando la pace di Bretigny aveva fatte licenziare le due armate. Molte di quelle compagnie passarono in Provenza, a cagione che questa parte del regno, più lontana dal teatro della guerra, aveva meno sofferto, ed i vassalli di Giovanna di Napoli e quelli del papa potevano ancora pagare grosse contribuzioni. Una compagnia occupò Ponte santo Spirito otto leghe al disopra di Avignone544, ed un'altra, detta la compagnia bianca o inglese, si avanzò a due sole leghe da Avignone, sotto pretesto di cacciar via la prima, ma in sostanza per ismugnere danaro dai prelati: una terza, composta di soldati che avevano militato nella guerra che si fecero i conti di Fois e d'Armagnacco, giunse dalle frontiere della Spagna545. Tutti gli abitanti di Avignone furono costretti di fare la guardia, e tutta la città si riempì di spavento.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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