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      Ad una sola voce il popolo gridò che difenderebbe il castello, e per tal modo venne decretata la guerra. Per altro questa determinazione fu troppo tarda per salvare la piazza assediata. Passarono alcuni giorni prima che Bonifazio Lupo di Parma, che i Fiorentini facevano venire per comandare le loro truppe, potesse recarsi al campo, avanti Pietrabuona569. Appena vi fu giunto che tornò a Firenze il 4 giugno per dichiarare alla signoria ch'era stato chiamato troppo tardi, e che avendo visitato le posizioni degli assedianti, più non conosceva mezzo di salvare la piazza, che effettivamente all'indomani fu presa d'assalto. I Pisani festeggiarono clamorosamente questo leggiero570 vantaggio, frammischiandovi insulti e minacce contro i Fiorentini, e rendendo in tal maniera la guerra inevitabile, sebbene non fossero per anco cominciate le ostilità, e che fosse di già tornato in loro potere il castello per cui andavano a battersi571.
      Nell'armata che i Fiorentini adunarono sotto il comando di Bonifazio Lupo di Parma, contavansi seicento corazzieri, mille cinquecento arcieri, e tre mila cinquecento pedoni572. La signoria diede la bandiera il 20 giugno nell'ora ch'era stata fissata dagli astrologhi; imperciocchè il rinnovamento delle scienze aveva dato maggior credito all'astrologia giudiziaria, ancora tra quei che si credevano filosofi573. L'armata fiorentina dopo avere attraversata Val di Nievole, girò bruscamente per Fucecchio, passò l'Arno, saccheggiò Val d'Elsa, e s'impadronì del castello di Ghiazzano574.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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