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      Quando ebbe avviso dell'avvicinarsi degli anziani, si pose a letto, coperto com'era della corazza; fece che si coricasse al suo fianco la consorte, ed ordinò ciò che far doveva alla piccola fantesca, che sola stava con loro in quella casa: poi s'infinse di dormire profondamente.
      I cittadini armati, guidati da uno de' magistrati, si presentarono intanto alla porta d'Agnello, che venne loro aperta all'istante. Essi avanzaronsi fino alla camera ov'era coricato il padrone della casa, e l'udirono russare. La consorte, appena coperta d'una veste da camera, si rizzò di subito. «Mio marito dorme, loro disse, egli è stanco assai; ma se la patria o i magistrati hanno di lui bisogno, io lo sveglierò». I cittadini che i primi avevano sospettato arrossirono dei loro sospetti e si vergognarono d'avere così sorpresa una donna rispettabile, ritirandosi senza permettere che si svegliasse Agnello. Tornati presso gli anziani, dichiararono che i loro sospetti non avevano fondamento, e si disarmarono. Ma si erano appena ritirati, che Agnello balzò tutt'armato dal letto in cui fingeva di dormire per porsi alla testa de' banditi che aveva adunati. Marciò con loro al palazzo, e sorprese le guardie della signoria. Giovanni Hawkwood, guadagnato dal danaro dei Visconti, favoreggiava la sua usurpazione, ed aveva fatti montare a cavallo i suoi corazzieri per sostenerlo. Agnello si pose a sedere nella sala della signoria sulla seggiola del presidente; fece l'un dopo l'altro risvegliare gli anziani, e condurre innanzi a lui.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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