Pagina (32/103)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Sotto, pulsano le radici. E la mia anima veramente s'allarga come acqua in una conca immensa, e sento che un albero lontano sussulta per il vento comprimendo intorno a sé la terra, e certo quest'idea che mi nasce è la prima primola nei campi.
      A carponi e a tentoni cerco le cose, sbarrando gli occhi, e i rami invernali pingui di gemme contenute, gli stecchi senza linfa del vigneto, la terra ghiaiosa che mi preme i calzoni sul ginocchio, tutto freme com'io lo tocco, perché io sono la primavera.
      Rose, rose, rose. E io pungendomi colgo e empio di rose la mia via. Di qui passerà un giorno ella e mi troverà seguendo la rossa traccia. Ah anima amata, è nato oggi nel mondo un poeta, e t'attende.
      È nato un poeta che ama le belle creature della terra perché egli deve ridare puro il loro torbido pensiero, come acqua succhiata dal sole. E ruba e stronca dalle belle creature della terra perché egli non è pietoso e sa soltanto di dover nutrire di sangue vivo. Troppe mammelle di latte nel mondo, e la forza vitale è debole e accasciata, e gli uomini si lagnano d'essere vivi.
     
     
     
      Nella mia città facevano dimostrazione per l'università italiana a Trieste. Camminavano a braccetto, a otto a otto; gridavano: viva l'università italiana a Trieste, e strisciavano i piedi per dar noia alle guardie. Allora mi misi anch'io nelle prime file della colonna, e strisciai anch'io i piedi. S'andava cosí giú per l'Acquedotto.
      A un tratto la prima fila si fermò e dette indietro. Dal caffè Chiozza marciavano contro noi in doppia, larga fila i gendarmi, baionetta inastata.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il mio Carso
di Scipio Slataper
pagine 103

   





Trieste Trieste Acquedotto Chiozza