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      Egli ha voglia di sedersi insieme ai forti facchini sul carro che corre e aiuta la donna a mettersi il mastello in testa. Egli ha voglia di aiutare gli uomini. Lasciamolo crescere. Io ho tempo, molto tempo, aspettiamo. Qui, qui in questa grande casa verde è nato. Non credete? Perché mi guardate negli occhi? È già l'alba? Presto rosseggia laggiú. Bisogna far presto. Ma non guardatemi cosí, non temete affatto! Io sono un bimbo che aspetta, che ha tempo, che ha tanto tempo, e aspetta di crescere e di amare. Toccate come sono già fredde le mie mani, sono un pezzo di carne gelata. Ho freddo. Datemi un po' di fuoco e un po' d'acqua, vi prego. Ma non sentite, non sentite come patisco, fratelli? Lasciatemi dormire qualche ora sul vostro letto, perché sono assai stanco.
     
     
      Sto seduto in riva allo stagno dove le armente vengono a bere, allungo la mano, prendo un sasso e lo butto nell'acqua. Il sasso fa un tonfo motoso e sparisce.
      Cammino a testa bassa, scoprendo i pezzettini di vetro, il filo di paglia, i batufoletti di capelli mischiati con la ghiaia.
      Rompo uno zolfanello in due, prendo il temperino, taglio i pezzi per lungo, taglio i nuovi pezzi; poi butto via tutto.
      Avrei voglia di fresche perline da infilare con l'ago.
     
     
      Non riposerai. Questo ti prometto. Lavorerai piangendo dal disgusto, ma lavorerai.
      Sei stanco, e forse non puoi far piú nulla. Le tue mani non sono piú abbastanza forti per il martello; il tuo cervello è annebbiato. Sei una bestia ferita a morte che cerca un nascondiglio per crepare.


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Il mio Carso
di Scipio Slataper
pagine 103