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      ANNOTAZIONIDunque il primo esempio di composti metallorganici del mercurio devesi a Sobrero e Selmi, come giustamente fece osservare anche Einar Biillmann.(125)
      Che l'idea prima di questa lavoro debbasi al Sobrero è evidente pel fatto che egli ne discorre nella sua nota: Faits pour servir à l'histoire de l'action de l'acide nitrique sur les corps organiques non azotés, del 1845 (V. pag. 16 di questo volume).
      Sobrero e Selmi nel 1850-1851 studiarono insieme l'azione del nitrato acido di mercurio sull'alcol etilico ed anche sull'alcol metilico. I composti che si formano in quelle condizioni sono oggi considerati come composti organometallici del mercurio. Il composto cristallino ottenuto da Sobrero e Selmi, scaldato in un tubo, si decompone bruscamente con esplosione, senza però detonare come fa il fulminato (Gerhardt).
     
      XV.
     
      INTORNO ALL'AZIONE DEL CLOROSUI CLORURI METALLICI
      NELLE SOLUZIONI DEI CLORURI ALCALINI.(126)
     
      MEMORIA I.A
     
      DEI PROFESSORI A. SOBRERO E F. SELMI
     
      Approvata nell'adunanza del 20 maggio 1849
     
     
      Non è cosa infrequente nella storia chimica dei corpi, che un composto, la cui formazione diretta riesce impossibile, prenda nascimento quando la reazione che dovrebbe produrlo si opera in presenza d'un altro corpo con cui esso sia capace di contrarre combinazione. La prepotente affinità d'un corpo che può avere origine o dalla combinazione di corpi disgiunti, o dalla separazione di corpi già combinati, è talvolta capace di determinare la produzione di composti i quali altrimenti non avrebbero potuto ottenersi, o di separare, gli uni dagli altri, corpi i quali hanno una potentissima reciproca affinità: così lo zinco decompone l'acqua in presenza dell'acido solforico; il protocloruro di mercurio si converte in mercurio metallico e deutocloruro in contatto dei cloruri alcalini; il biossido di manganese scaldato fortemente con potassa in contatto dell'aria assorbe da questa ossigeno per convertirsi in camaleonte minerale, a vece di perdere del suo ossigeno, come farebbe se da solo provasse l'azione divellente del calore.


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Memorie scelte
di Ascanio Sobrero
Utet Torino
1914 pagine 184

   





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