Pagina (73/297)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Noi stemmo sei giorni all'avamposti e vi assicuro di aver provato certi brezzoni, che al solo ricordarli mi sento gelato. Riunita tutta la legione, si partì col nostro Vecchio per Arnay le Duc.
      - O in che legione eri? - Interruppe uno.
      - Io ero con Tanara; un bravo uomo, ragazzi, un uomo, del genere del quale ce ne vorrebbe dimolti nella democrazia, uno di quei pochi insomma che si seguono volentieri, quando cominciano a fischiare le palle!.. Tornando a bomba: vi dirò che da Arnay le Duc, girammo come l'Ebreo Errante, per tutti quei paesuoli, sempre in cerca dei Prussiani che non si vedevano mai... Che marcie, figliuoli!.. Non dubitate, che chi potrà raccontare questa campagna, potrà esserne altero e potrà dire di esser sfuggito alle unghie del diavolo. Il giorno ventiquattro entrammo in Malin, abbandonato poco prima dai Prussiani; pernottammo alla stazione, e Garibaldi, il bravo uomo, era là.. in mezzo a noi, a farci coraggio, a prometterci che ci saremmo fatti onore. Il freddo era intenso, acutssimo e il nostro Vecchio era sorridente, sereno, come se fosse stato nella stanza più bella e più riscaldata del suo quartier generale. Gli abitanti cercavano di renderci meno dure le privazioni colle loro gentilezze: e si affannavano a portarci da mangiare, e da bere; le donne, anche delle classi non basse, ci portavano il pane ed il vino e ci stringevano la mano. L'era una cosa da far piangere i sassi... ve l'assicuro. All'alba partimmo e ci frastagliammo compagnie per compagnie nei borghi diversi, adiacenti a Malin.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





Vecchio Arnay Duc Tanara Arnay Duc Ebreo Errante Prussiani Malin Prussiani Garibaldi Vecchio Malin