Pagina (92/297)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Il nostro interlocutore non mi rispose, ci disse addio e se ne andò: noi pure ce ne andammo verso una trattoria, dove mangiammo in fretta e furia per poter dare un'occhiata alle bellezze principali della città. Per tutto dove andavamo si trovava una piccola cassetta, su cui in grossi caratteri era scritto: Sécours aux blessées; per tutto dove andavamo per lo spaccio delle manifatture non vedevamo che donne: ciò non ci recò alcuna sorpresa, perché anche nella scioperata Marsiglia, avevamo veduto adottato lo stesso sistema. In Francia non si vedono come da noi degli uomini incaricati di dar sigari agli avventori, di misurare le tele, le stoffe, di contare i punti del biliardo, di fare insomma tutte quelle piccole cose che possono esser fatte benissimo da donne e che troppo impugnano al posto che l'uomo deve avere in società a causa della di lui forza, e delle di lui attività. Gli uomini lavorano nelle fabbriche, passano le loro giornate nelle officine, accudiscono ai loro interessi, ma non tolgono certi lavori da nulla alle femmine, ma si vergognerebbero ad esser impiegati in certe funzioni, che si compiono oziando.
      La sera si avvicinava; noi prendemmo direzione verso la ferrovia: passando sul quai sul Rodano (passeggiata che ci rammentava Firenze e i nostri lungarni) facemmo una breve sosta ad una taverna per bere un bicchiere di vin caldo.
      Qui vedo il lettore alzare le spalle, farmi il viso dell'arme e susurrare stizzosamente: "Ma dunque non facevate che bere?... E invece di vergognacene ora ve ne fate bello, come se ciò costituisse una delle più predilette occupazioni della vostra esistenza". Non vi nego quest'ultima verità: per me il generoso umore della vite è il solo amico dell'uomo; per lui si dimenticano gli affanni, le codardie, le ignominie di questa società di buffoni, per lui i tradimenti amorosi finiscono col non farci nè caldo, nè freddo: per lui germogliano a mille e mille nel cuore le magnanime idee, e nel cervello le ardite concezioni.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





Sécours Marsiglia Francia Rodano Firenze