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      Spadroneggiava per tale ragione al nostro comando, il sottotenente Miquelf, francese corto di vista ma pieno d'ambizioncine da femminuccia: sulla sua carta da visita si qualificava per ingegnere, per sottotenente e per ***... questa cuspide, mi rammento fece nascer discussioni tra noi pił che ne abbia fatte nascere quella famosa che si vuole o non si vuole appiccicare alla facciata del Duomo. Miquelf era sempre in foreria a romper le scatole agli scribaccini e a dettare ordini del giorno. Un prestigiatore, congedandosi dalla societą che lo ha onorato, suole fare apparir mazzi di fiori dalle maniche, dalle punte degli stivali, dai capelli, dal naso... il nostro sottotenente, senza essere prestigiatore, aveva un ordine del giorno nel berrettino, uno in tutte le tasche, uno sotto il panciotto, insomma un ammasso, una farragine di disposizioni, di preghiere, di comandi gli scaturivano da tutte le parti, e sciorinava paragrafi e pagine intiere di scritto, mezzo francese, mezzo italiano, e faceva sgelare, ogni pochino il foriere, facendoglieli leggere a noi. Tre appelli ogni giorno, la passeggiata ai cavalli, la fienata, il passamano, la guardia alla scuderia; a dar retta a lui ci sarebbe rimasto appena appena un poco di tempo per mangiare un boccone e invece... invece nella nostra caserma c'era gente come a una lezione popolare; le trombe che, secondo la sacra scrittura, fecero muovere le mura di Gerico non erano buone a far muovere verso il quartiere una sola Guida, e, se tu avessi voluto trovare qualcuno che apparteneva a questo rispettabile corpo, tu lo dovevi andare a cercare in qualche biliardo o in qualche caffč, o sulla piazza principale, dove delle gentili venditrici per spacciare Cognach e acquavite avevano innalzato delle baracche proprio in faccie al magnifico palazzo dei vecchi duchi della Borgogna.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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