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      .. Con quale affetto tu non mi stringesti la mano, vedendo che io pure non avevo mancato all'appello? Eri giovane, forte: l'avvenire ti si dipingeva davanti con i colori pił rosei, eppure un presentimento vago, indefinito ad ora ad ora ti sorgeva nella anima "chi sa per quanti di noi sarą tomba questa cittą" tu mi dicesti; e lo doveva essere anche per te; ed in mezzo al combattimento mi doveva giungere la novella della tua fine; che, ardimentoso come eri, tu dovevi morire tra i primi, ed io non era a te vicino per poterti dare l'ultimo bacio dell'amicizia, per poter raccogliere il tuo estremo sospiro!
      Erano due anni che non ci si vedeva: ci avevamo lasciati ad un banchetto, dove si era inneggiato alla Repubblica e alle barricate, ora ci si doveva ritrovare per essere eternamente divisi. Eternamente!.. Oh! la dura parola per chi ti ha conosciuto! Ora giaci nell'Italia tua, vicino al tuo mare, sotto la volta del tuo splendido cielo, lą dove la poesia di una natura sempre maestosa aveva fatto germogliare nel tuo cuore la fede per la quale ora giaci cadavere... Tanto meglio... non contamineranno l'urna del martire le codarde calunnie e le turpi accuse dei vili, pei quali noi affrontavamo la morte e che erano ben lontani da ogni pericolo.
      Addio, giovane di tempra romana, addio figlio prediletto della democrazia... possa l'esempio delle tue virtł procacciarti degli emulatori ed il fiore della speranza sorga sul tuo sepolcro, o fiore pił bello, troppo presto staccato dalla ghirlanda delle nostre speranze!


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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