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      Erano così svelti, così simpatici, così pieni di vita che c'era da andarne matti per l'entusiasmo!
      Il battaglione condotto da Canzio a cui dei nostri erano rimasti soltanto mio fratello ed Omero Piccini, fu battezzato col glorioso nome di cacciatori di Marsala, e il comando ne fu dato allo strenuissimo Perla. I Cacciatori di Marsala, i Carabinieri Genovesi e alcuni battaglioni dei mobilizzati dell'Isere formarono la quinta brigata, al cui stato maggiore Canzio chiamò tra gli altri il Canessa.
      Questi erano graditissimi avvenimenti per noi; ma il dolce ci doveva essere amareggiato e non poco.
     
      Ahi sventura, sventura, sventura
     
      Quei celebri cavalli che si attendevano a braccia aperte, che dovevano esser per noi la realizzazione di tanti e sì prolungati desiderii, i celebri cavalli sfumarono come i 140 milioni dell'Onorevole Mezzanotte. Tironi era rimasto a Remoully, dove organizzava uno squadrone di cavalleria per la nugva brigata e noi rimanevamo a piedi... A piedi!.. Oh la desolante parola! Dunque saremo d'ora in là un corpo ibrido, di nuovo genere? Squadrone, speroni, grandi stivali e niente altro. Fortuna che per chi lo vuoi trovare un fucile ci è sempre, e noi fin d'allora proponemmo d'attenerci a questo partito, che fu dipoi attuato a puntino.
     
     
     
      CAPITOLO XIII
     
      Il 19 gennaio, sul far del giorno tutte le truppe che erano in Digione presero la campagna: i Carabinieri Genovesi furono mandati d'avanposto, a circa tre chilometri dalla porta Sant'Apollinare, poco distante da una piccola borgata.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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