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      Oh, allora si vide chiaramente che il vecchio republicano aveva ciurlato nel manico, oh! fin d'allora la gente dal cervello sottile preconizzava nel difensore d'Orsini, nel montagnardo dell'Impero uno dei tanti carnefici che hanno straziato la Francia. Impotente contro i Prussiani, si macchiò nel sangue dei suoi cittadini: ora si è ritirato, ma non tanto lontano che a lui non pervenga l'eco dei pianti e dell'imprecazioni delle migliaia d'orfani e di vedove che per lui son ridotte a stendere la mano! Ma di maggiore infamia si doveva macchiare Favre contro Garibaldi e di ciò sapranno tra poco i lettori.
      L'armistizio fu la testa di Medusa dell'entusiasmo nostro; io vidi qualcuno piangere: la maggior parte si sbizzariva lanciando improperii a Favre e alla Francia: quella sera non canti per le vie, non le allegre conversazioni dei giorni passati, ma una musoneria generale... non vi era più fede!
      Un'ordine del giorno di Garibaldi nel quale ci si esortava ad addestrarsi nelle armi, ad attender preparati il momento della riscossa, fece credere a diversi che non sarebbe stata cosa impossibile il potersi di nuovo misurare col nemico e ciò fece rinascere un poco quella gaiezza di cui davano tanta prova ne' dì del pericolo i Garibaldini. Per conto mio non mi illudevo: armistizio non poteva significare che pace disonorante: la resa di Parigi lo diceva troppo chiaràmente, eppoi da quando in qua i seguaci di Garibaldi potranno ottenere un completo trionfo?.. Gli unitari d'oggi non lo relegarono nel 60 a Caprera, mentre volava alla conquista di Roma?


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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