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      - Signori - Ci disse il giovine - Il buon soldato deve aver sempre rispetto... Guardate se il mio ospite non vi diceva la verità...
      - Non ve la rifate con noi, ma col Maire, perché c'invia qui, quando ci siete voi.
      - Il Maire l'ha presa con noi - Borbottò il buon'uomo - Al principio della guerra ebbe il coraggio un giorno di mandarmene quindici!
      - E noi che faremo? - Domandammo in tuono di compassione a Monsieur Bicornet.
      - Aspettate - Disse questi dopo aver riflettuto - venite con me alla Mairie e vi fo fare un biglietto per un mio amico.
      - Tentiamo anche questa. - Riflttemmo noi due e col buon'uomo rifacemmo i nostri passi.
      Il Maire non oppose alcun osservazione al cambiamento dell'alloggio, e noi insieme con Bicornet, andammo in fondo al paese in una meschina casupola, alla cui porta il nostro accompagnatore bussò replicatamente. Quello che doveva albergarci era un macchinista della ferrovia; egli ci accolse con un sorriso gentile, e, appena passati, si mise a rifarci un lettuccio che era a un lato della stanza, mentre nel fondo della medesima dispiegava tutta la sua pompa un letto nunziale, dalle cui coltre vedemmo scappar fuori una testa di donna, giovine certo, bella non sì poteva propriare, poiché il lumicino che era stato acceso al nostro arrivo non aveva la potenza di rischiarare quella stanza, quantunque la fosse stretta e corta come una carcere.
      Rifatto il letto, il macchinista con franchezza tutta popolana ci disse: Ora spogliatevi e dormite, che dovrete averne bisogno.... Buona sera!


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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