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      Le compagnie di linea francese aveano avuto l'ordine di penetrare nel villaggio, senza trar colpo; esse invece si fermarono a trecento passi dal medesimo e per avvisare il nemico si misero a sparare alle passere. Convenne allora far di necessità virtù: si spiegarono le colonne e ci si accinse a dare l'assalto.
      I Prussiani avevano occupate le case, il cimitero, la chiesa e di là facevano un fuoco d'inferno.
      Gli Chasseurs de Lyon e le guide (per la maggior parte italiane) si portarono eroicamente: qualche altra compagnia fe' il proprio dovere, qualcuna, purtroppo, scappò, sparando all'aria, o, quel che è peggio, addosso agli ufficiali di stato maggiore che cercavano arrestarle nella corsa disordinata. Ad onta però di tal confusione la costanza dei pochi prevalse e dopo quattro ore circa di fuoco, i Prussiani, perduto il loro comandante e dopo aver lasciato sul campo un centinaio tra morti e feriti si salvarono con dirottissima fuga pei campi. La giornata era vinta.
      Noi avemmo 49 morti e 62 feriti: gli avversarii oltre i morti e i feriti, lasciarono nelle nostre mani 14 cavalli, 73 prigionieri, 14 cariaggi d'avena e di pane, una ingente quantità d'oggetti rubati tra cui orologi, bauli e argenteria, 200 fucili, la contabilità, la cassa con 1,500 talleri, un furgone da munizioni e diversi carri d'ambulanza.
      Tutto insieme fu uno dei fatti più brillanti della campagna di Francia e se monsieur Mas, il miles gloriosus, avesse secondato a dovere il resto della brigata, sarebbe rimasta prigioniera l'intera colonna Prussiana.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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