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      Quindi i due caratteri della sua filosofia: teologismo e scetticismo. Questo č la convinzione che il sapere umano non basta a tutto, perchč sempre imperfetto; quello č la convinzione della necessitā di sussidii straordinarii per soccorrere la ragione.
      Il suo teologismo si fonda dunque nel suo scetticismo. All'opposto, il teologismo scolastico era puramente dommatico.
      Questo scetticismo - diverso dall'antico, e prodotto dalla contemplazione della natura - č un elemento nuovo nella filosofia. (Anche oggi i naturalisti in generale non fanno consistere la scienza umana che nell'osservazione e nella esperienza; nel resto sono scettici, e, o ricorrono alla rivelazione, o non ci credono affatto. A certi problemi - i quali interessano, pių che essi non credono, lo spirito umano, perchč concernono l'uomo stesso, non come minerale, pianta o semplice animale, ma appunto come uomo - i naturalisti non sanno rispondere altrimenti che o negando i problemi medesimi o facendone una girata al curato e al confessore). - Abbiamo visto le diverse forme di questo scetticismo nel Risorgimento (Cusano, Valla, Pomponazzi, etc.).
      Adunque, epilogando, possiamo dire, che nella nostra filosofia Campanella ha questo significato: - č filosofo libero, che confida nel senso, nella esperienza e nella coscienza di se stesso; ma non č libero, non dico come Bruno, ma nč meno come Pomponazzi, Achillini, Cesalpino; non č scolastico, e pių che Bruno, in quanto cerca di fondare la filosofia nella coscienza di sč; ma ne' risultati si accorda, pių che non si potrebbe credere, colla dottrina gerarchica del medio evo.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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