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      Gioberti - che meglio intende e spiega se stesso - è in ciò di accordo con Vico32
      Che cosa è dunque questa nuova e vera unità, questa Unità dello Spirito?
      Bisogna ripigliare, da questo punto di vista, la considerazione di Bruno e Spinoza.
      Chi vuol sapere i massimi secreti di natura, riguardi e contempli circa gli minimi e massimi degli contrarii ed oppositi. Profonda magia è trar il contrario, dopo aver trovato il punto dell'unione
      .
      A questo tendeva con il pensiero... Aristotele, ponendo la privazione, a cui è congionta, certa disposizione, come progenitrice, parente e madre della forma; ma non vi potè aggiungere. Non ha possuto arrivarvi, perchè, fermando il piè nel geno dell'opposizione, rimase inceppato di maniera, che, non descendendo alla specie de la contrarietà, non giunse nè fissò gli occhi al scopo: dal quale errò a tutta passata, dicendo, i contrarii non poter attualmente convenire in soggetto medesimo
      .
      Adunque, secondo Bruno, vi ha due cose a fare, che in verità sono una medesima: dati i contrarii, trovare il punto della unione; e trovato il punto della unione, trarre il contrario.
      Sono una medesima cosa; giacchè il punto della unione, che si dice trovato, non è veramente trovato - non è veramente unità de' contrarii, - se da esso non si trae il contrario, cioè non si fa vedere che questo punto stesso si differenzia. Se non si trae da esso il contrario, ma si pone così estrinsecamente, questo punto non è il punto della unione.
      Aristotele riceve i contrarii platonici: l'idea e il fenomeno (l'idea è fuori del fenomeno: dualismo), e fa di quella la forma, di questo la materia; questa è complicatamente e possibilmente QUELLO STESSO, che quella è esplicatamente e attualmente; l'una è l'essere meramente possibile, l'altro l'essere attuale.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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