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      Essa non è sensibilità come un lato del conoscere senza l'intelletto; ma è il conoscere come primo conoscere, come conoscere o certezza sensibile, come primo o immediato giudizio, come prima coscienza. Coscienza è essenzialmente giudizio. - Il difetto di Galluppi è di confondere la conoscenza sensibile colla semplice sensibilità; il non accorgersi che la sua sensibilità non è semplice sensibilità, ma coscienza (intelletto) sensibile. In Galluppi, dunque, vi ha un equivoco.
      Questo equivoco cessa in Rosmini. Galluppi è Kant non inteso bene, inteso a metà; è, dirò così, Kant visto coll'occhio di Locke. Rosmini è, generalmente, Kant inteso bene: non il vero Kant, il Kant quale si compie ne' filosofi posteriori, ma il Kant come ha inteso o franteso se stesso. Dico generalmente: perchè, come si vedrà, vi ha qualcosa in Rosmini, che è da meno di Kant, dello stesso Kant imperfetto.
      La percezione immediata, - la sensibilità del Galluppi, - si manifesta nel Rosmini quel che veramente è, cioè non sensibilità, semplice percezione sensibile o un lato solo del conoscere, ma percezione intellettiva, cioè giudizio.
      Rosmini dice come Kant, e citando Kant: Pensare, intendere, conoscere, coscienza è giudicare; senza giudizio non si ha conoscenza. Spiegare il conoscere è dunque vedere come sia possibile il giudicare.
      Ora la considerazione del giudizio ci presenta questa grave difficoltà: da una parte il giudicare è impossibile senza un concetto, un'idea generale (l'intelletto), e d'altra parte il concetto non è possibile senza il giudizio, giacchè non può essere in generale che il risultato del giudizio.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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