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      Quel che manca in Aristotele, è la soluzione del problema della relazione tra la categoria, senza di cui niente s'intende, e l'atto o la forma del pensare: tra la materia e la forma logica: in altri termini, tra la metafisica e la logica.
      La logica aristotelica non è formale, nel senso moderno di tal vocabolo; ma si presta a diventar formale. Non è formale, perchè non è opposta alla metafisica; si presta a diventar formale, perchè non determina la relazione tra la materia e la forma del pensare. Che non si opponga alla metafisica, tutti l'ammettono ora; anzi taluno crede, che non solo non ci sia opposizione in Aristotele tra logica e metafisica, ma invece una unità fondamentale; giacchè il concetto della sostanza è insieme categoria ontologica suprema e l'essenza del sillogismo. Ora è vero, che il concetto della sostanza ha un tal valore in Aristotele; ma da ciò non segue, che egli abbia determinato la relazione tra la materia e la forma del pensare; come dicendo in generale: lo stesso essere sotto due aspetti63, non determina davvero la relazione tra questi due aspetti. Dice che sono uno; ma, non traendoli dall'uno, non li distingue, nè li fa uno davvero. Pare a me che il non determinare quella relazione sia appunto il difetto del sistema aristotelico; e che tal difetto sia quello stesso che si è chiamato dualismo di forma e materia (universale e particolare), la cui unità, - cioè il punto oscuro e non inteso, - è, come si sa, la sostanza.
      Il concetto della sostanza è oscuro; non inteso, ma presupposto.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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