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      Per Fichte, "categoria è attività dell'Io" vuol dire: l'attività dell'Io è il suo prodursi per se stesso, e il suo prodursi è la produzione delle categorie. L'Io, producendo se stesso, categorizza (produce le categorie); categorizza sè; è Categorica; è attività categorizzante.
      Adunque, Fichte è il vero Kant. -: Fichte deduce; Kant descrive. In Kant non è cessato interamente il naturalismo.
      2. Per Aristotele la vera categoria è la sostanza (?????): l'unità dell'universale e del particolare: l'Individuo. La sostanza - questa categoria - è la essenza, la forma del concetto, del sillogismo aristotelico. In essa è la radice della unità tra la metafisica e la logica aristotelica.
      Ma Aristotele non intese la unità dell'universale e del particolare. Questa unità (unità sintetica originaria) è mentalità (autocoscienza).
      La mentalità è il pregio (la scoperta) di Fichte. La mentalità è la vera individualità. È l'unità, non più come giudizio (Kant), ma come sillogismo.
      Spinoza concepiva la sostanza (l'individuo) come semplice causare (identità assoluta come causare). La sostanza spinoziana è la stessa sostanza cartesiana: cogitare ergo esse come attività immediata.
      Fichte compie Aristotele (e Spinoza), ma solo formalmente. E in ciò è il difetto di Fichte.
      Fichte, infatti, spiega solo la realtà cosciente in quanto cosciente: spiega la coscienza. La spiegazione è: coscienza è autocoscienza.
      Conoscere, coscienza, nella sua realtà (come reale conoscere) vuol dire: Soggetto e oggetto, Io e non-io, realtà cosciente e realtà saputa, spirito e natura.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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