Pagina (277/286)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Insomma, se non altro un certo dubbio è nato nell'animo loro, che quel formulario, che è stato loro insegnato negli ultimi tredici anni, non sia che un formulario.
      È incredibile cosa hanno fatto di questi poveri giovani, e quanti pregiudizi! hanno messo loro nel capo. A Napoli si nasce filosofo, e la filosofia è la cosa più facile di questo mondo; basta risolversi, e dire: io sono filosofo. Qui il giobertismo è diventato una specie di bramanismo; e i nuòvi bramani formano una casta non meno tenace e intrigante dell'antica. Degni loro avversarii sono i così detti hegeliani napoletani, bramani anche loro in un senso opposto. È impossibile misurare la profondità della loro ignoranza - degli uni e degli altri - della storia della filosofia; ne hanno una, tutta di loro invenzione, che rassomiglia alla vera, come la geografia dell'Ariosto alla vera geografia. A questa babilonia contribuiscono non poco, anche in questi tempi, non pochi insegnanti, ufficiali e non ufficiali: que' tali ciarlatani a sonagli, di cui tanto abbonda il nostro paese. Spaccano e tagliano, che è uno stupore a udirli. Un tale ha tutto l'Oriente in tasca, un altro tutto l'Occidente, un altro tutto un altro mondo; e appena appena poi, quel che hanno in tasca, non è che uno straccio di carta dell'opera di Cesare Cantù. È verità quel che ti dico. E i poveri giovani stanno a bocca aperta. Noi quando eravamo giovani sapevamo Cesare Cantù. Oggi i giovani - meno pochissimi - non sanno niente, nè meno la storia romana e greca di Goldsmith e la geografia di De Luca.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





Napoli Ariosto Oriente Occidente Cesare Cantù Cesare Cantù Goldsmith De Luca