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      In verità, tale è il destino di tutte le formole, quando sono ridotte a non aver altro valore, che quello di tre o quattro parole enfatiche messe insieme e sostenute dalla vaga rappresentazione, e càpitano in mano de' soliti guastamestieri. Non ci è angolo, dirò così, dell'esistenza e della vita, in cui non l'abbiano portata e ficcata per forza, come un chiodo in un asse; e credono che basti avere in tasca questo chiodo, per poter superare ogni difficoltà. Se devono dire che piove, o che fa caldo, non sanno dirlo che cominciando dalla formola. - L'Ente crea l'esistente; dunque piove. L'Ente crea l'esistente; dunque fa caldo, ecc. ecc. - Tutto questo, dunque, io lo so, e per esperienza oramai un po' lunga. Ma il ridicolo finisce qui, e la cosa diventa seria, quando si considera il nesso, delle ricerche di Gioberti, la sua relazione con Rosmini, l'origine, dirò così, storica della formola, e specialmente il significato di essa, come è espresso in tutti que' luoghi delle sue opere, specialmente delle postume, che non sono né una parafrasi del catechismo, né uno sfoggio rettorico. La cosa diventa seria, sebbene sia vero che la scienza non è una formola, e che il vizio di Gioberti - divenuto poi malattia cronica ne' giobertiani - era appunto quello di creder troppo all'efficacia delle formole.
      32 Protologia II, 725-6: "La vita universale dell'esistenza è la evoluzione della mentalità la storia della coscienza da' suoi primi principii sino agli ultimi progressi. Ogni realtà è coscienza o iniziale o attuale.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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