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      Nodiss'io "i Borboni non sono razza crudele: saranno forse traviati come tanti altri; ma sono pur nati con la dolcezza nel sangue(7)." E quanto io me ne persuadeva, tanto piú mi sentiva su per le guance gratissima una specie di soffusione; né il vin di Borgogna (da due lire almen la bottiglia, come io ne avea bevuto) potea produrla sí calda e sí propizia al mortale.
      Bontà divina!
      esclamai, sgombrandomi dinanzi d'un calcio la mia valigia "questi beni di quaggiú son poi tali da inasprire gli animi nostri, e ridurre tanti e tanti cordiali fratelli a infellonire e insidiarci, come purtroppo facciamo, incontrandoci nel viaggio brevissimo della vita? Ove l'uomo sia in pace con l'uomo, oh come il gravissimo de' metalli gli vola quasi di mano! Traesi la borsa, e sospendendola con due dita, guarda intorno a chi darne almen la metà."
      Frattanto io mi sentiva le vene dilatarmisi per la vita; le mie arterie battevano in armonia; e tutte le mie potenze vitali adempivano a' loro uffizi con attrito cosí soave, che io avrei confuso la piú saccente fisichessa di Francia(8); appena con tutto il suo materialismo si sarebbe attentata di chiamarmi una macchina.
      Mi torrei l'impresa,
      diss'io, "di mandarle sossopra il suo Credo(9)." Nell'armarmi di questa fiducia, la natura si esaltò in me quanto mai poteva esaltarsi. "Io era dianzi in pace col mondo; ma cosí conclusi la pace con me medesimo.
      Oresclamai "foss'io re di Francia! Or sí che un orfano dovrebbe ridomandare a me la valigia del suo povero padre."
     
     
      III


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Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia
Yorick (Lorenzo Sterne)
di
pagine 163

   





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