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      semplici viaggiatori.
      Laonde l'universalità de' viaggiatori può ripartirsi per capi, cosí:
      viaggiatori scioperati,
      viaggiatori curiosi,
      viaggiatori bugiardi,
      viaggiatori orgogliosi,
      viaggiatori vani,
      viaggiatori ipocondriaci.
      Seguono i viaggiatori per necessità:
      il viaggiatore delinquente e il fellone,
      il viaggiatore disgraziato e l'innocente,
      il viaggiatore semplice.
      Ultimo (se vi contentate)
      il viaggiatore sentimentale.
      E qui intendo di me: e però mi sto qui ora seduto a darvi ragguaglio del mio viaggio; viaggio fatto di necessità, e pour besoin de voyager, quanto ogni altro di questa classe.
      Non già che io non sappia che in grazia dei miei viaggi e delle mie osservazioni, poiché le sono tutte di stampa affatto diversa da quelle de' miei precursori, potrei aggiudicarmi una nicchia tutta mia propria; se non che romperei forse i confini sulla giurisdizione del "viaggiatore vano", presumendo di farmi guardare dal popolo prima ch'io almeno non abbia alcun merito alquanto migliore della novità della mia vettura(16).
      Per ora il lettore mio si contenti, se da quanto potrà qui discernere e meditare s'abiliterà ad assegnarsi (s'ei fu mai viaggiatore) il luogo e il grado che piú in questo catalogo gli si adatta. E' sarà cosí men lontano di un passo dalla cognizione di se medesimo; da che si potrebbe giurare che tutto ciò che egli aveva già inviscerato nell'anima, l'accompagnò in tutti i suoi viaggi, né si sarà poscia sí fattamente alterato ch'ei non possa tuttavia ravvisarlo.
      Colui che primo trapiantava la vite di Borgogna al Capo di Buona Speranza (nota che era olandese) non sognò mai di bere in Affrica di quel vino stesso spremuto su' colli francesi da quella vite - non sono sogni da uomo flemmatico questi - ma fuor di dubbio aspettavasi di bere un liquore vinoso; se poi squisito, scipito, o tollerabile; quel buon uomo non era sí nuovo de' fatti di questo mondo da non sapere ch'ei non ci aveva che fare; ma che il successo pendeva tutto da quell'arbitro che comunemente chiamasi "Caso". Ad ogni modo sperava; e cosí sperando, Mynheer(17) per una presuntuosa fiducia nell'acume del proprio cervello e nella sagacità del suo accorgimento, arrischiava di capitombolare e con la sagacità e l'acume nella sua nuova vigna e denudando le sue vergogne farsi favola del paese(18).


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Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia
Yorick (Lorenzo Sterne)
di
pagine 163

   





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