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      - E voi andando a Parigi - mi disse l'altro - vi passerete propriamente per mezzo.
      Poco mancò ch'io non gli rendessi infinite grazie della notizia che Amiens fosse su la strada di Parigi; ma, avvedendomi ch'io pigliava appunto allora tabacco nella scatoletta di corno del mio povero frate, risposi pacificamente con un inchino; ed augurai loro un tragitto prospero a Douvre. Ci lasciarono soli.
      Or chi pregasse quest'afflitta gentildonna perch'ella accetti la metà del mio sterzo? e che male ci sarebb'egli?
      dissi tra me "e che infortunio tremendo ne verrebb'egli?"
      Ogni sordida passione, e trista propensione della mia natura gridarono all'arme, mentr'io proponeva il partito.
      - Ci vorrà il terzo cavallo - dicea l'Avarizia; - e ti trarrà di tasca un'altra ventina di lire.
      - Tu non sai chi mai sia costei - dicea la Diffidenza(30).
      - Né in che brighe questo imbroglio può avvilupparti - bisbigliava la Codardia.
      - Fa conto, Yorick! - dicea la Circonspezione - ch'e' si dirà che tu viaggi con l'amica, e che vi siete data la posta a Calais.
      - Tu non potrai piú, d'oggi in poi - gridò strepitando l'Ipocrisia - mostrar la tua faccia al popolo.
      - Né promuoverti - aggiunse la Mediocrità(31) - nelle dignità della Chiesa.
      - E finché tu campi - disse l'Orgoglio - ti rimarrai prebendario cencioso.
      - Ma io fo pure una gentilezza - diss'io. E perché per lo piú mi governo col primo impulso, e perciò quasi mai non do retta a cotali cabale che non ti giovano a nulla, ch'io sappia, fuorché a smaltarti il cuor di diamante, mi volsi tosto alla dama.


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Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia
Yorick (Lorenzo Sterne)
di
pagine 163

   





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