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      Ripigliò la crosta di pane fuori della bisaccia, quasi volesse mangiarne; la tenne alquanto, e poi la posò sul morso della briglia dell'asino: mirò pensieroso all'apparecchio ch'egli avea fatto, e sospirò.
      La semplicità del suo cordoglio gli trasse attorno assai gente; fra gli altri La Fleur; ed io, tanto che si allestivano i cavalli, rimasi nella mia sedia, donde poteva vedere e ascoltare sovr'essi.
      Disse ch'ei veniva di Spagna, dov'era ito dagli ultimi confini della Franconia; e, trovandosi ancor sí lontano dalla sua terra, l'asino suo gli morí. Mostravasi ognuno bramoso d'udire perché mai un uomo sí vecchio e sí povero si fosse tolto dal proprio tetto ed accinto a tanto cammino.
      Piacque al cielo, ei diceva, di benedirlo di tre figliuoli, bellissimi fra tutti i garzoni in Germania; ma in una settimana perdé i due primogeniti di vajuolo; e ne ammalò anche il minore: però, temendo di rimanersi deserto nella sua casa, fe' voto che, se Dio non si toglieva anche questo, egli per gratitudine peregrinerebbe a sant'Jago in Ispagna.
      Qui tacque, perché la natura gli ridomandava il tributo; e pianse amaramente.
      Poi disse che il cielo aveva accettati i patti, e ch'egli erasi partito dal suo tugurio con quella povera creatura, la quale gli fu pazientissima compagnia nel suo viaggio, e che aveano in tutto il loro cammino mangiato del medesimo pane; e vissero come due amici.
      Tutti i circostanti ascoltavano contristati. La Fleur gli esibiva del danaro.
      - N'ho un poco e non piango - dicea quel dolente - l'importo; piango la morte dell'asino: l'asino mio, e ne sono sicuro, mi amava.


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Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia
Yorick (Lorenzo Sterne)
di
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