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      Imperò acchiappò di capo al notajo lo cappello, a legittimagione del bottino allegando lo dettato di esso navicellajo: - Tristo è 'l vento che non reca che che sia a chi che sia. - Lo sciaurato notajo valicò il ponte, et, come lo conducevano e' piedi, passava per la via che in Parigi dicono de lo Delfino nel borgo di sancto Germano; et ne lo andare rammaricavasi con esso seco dicendo:- Oymei, oymè dolente, oymè tristo, oymè gramo, oymè nato per vivermi abburattato da le burrasche; et tempestato da la gragnuola de le male lingue, le quali per l'arte mia mi saettano in piazza et in casa et in chiesa; et constretto da li fulmini di sancta Chiesa a le sponsalitie con una bufera di femmina; et sfolgorato di casa mia da rovaj domestici; et lasciato cosí in zucca da pontifici. Dove me n'anderò io pezzendo al bujo, al sereno, al maltempo, et balestrato hor qua hor là dove con piú dura riotta mareggia fortuna? Dove ti adagierò io, o mia povera testa? Hay huomo malarrivato nel mondo! Ma a la croce d'Idio, né unque a Dio piacerà che sol uno, non fussi altro, da li trentatré punti de la bussola non mi spiri vento gratioso, sí come a tante altre creature? - Sí tapinandosi, s'advenne ad brancolare per entro uno cieco tortuglio; né sappiendo dov'e' si fosse, gli venne udita una voce che chiamava la fante perché corresse per lo piú vicino notajo. Onde che il notajo, con ciò sia cosa che vicinissimo si trovasse, senza altro aspettare giudicò ben fatto di salire, come che a tentone, per l'uscio onde la voce veniva.


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Viaggio sentimentale di Yorick lungo la Francia e l'Italia
Yorick (Lorenzo Sterne)
di
pagine 163

   





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