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      Andate pure! —
      «Avendolo alcuni mariuoli consigliato di fuggirsene al Canada, egli rispose loro:
      «— Il mio padrone s’è fidato di me: io non posso fuggire. —
      «Il separarmi da Tom, — seguitò Shelby — lo confesso, mi riesce grave. Se siete un uomo di coscienza, accetterete la mia proposta e lo prenderete in cambio di tutto il mio debito.
      — Io ho la coscienza di quanti fanno il commercio: cioè quella poca che basta per prestar giuramento! — disse il trafficante con aria beffarda. — E tuttavia sono pronto a fare quanto mi sia ragionevolmente possibile per compiacere gli amici. Ma voi sapete che gli affari sugli schiavi vanno male, malissimo in quest’anno. —
      Mandò un sospiro, e si versò dell’acquavite.
      — Quanto volete darmene? — disse Shelby, dopo un penoso silenzio.
      — Non avete un garzoncello o una fanciullina da aggiungere a Tom?
      — Nessuno da cui io voglia separarmi! Non posso fare a meno d’un solo della mia gente. Per dire il vero, è la necessità che mi costringe a vendere. —
      In quell’istante l’uscio si aprì, e un piccolo meticcio di quattro o cinque anni entrò nella sala.
      Il suo viso era bello e grazioso: capelli neri, fini come la seta, scendevano in abbondanti ciocche sul suo collo; guance con le fossette, due grandi occhi neri pieni di vivacità e di dolcezza che scintillavano sotto a lunghe e belle ciglia e guardavano da curiosi nella stanza. Un vestitino scozzese rosso e giallo, ben tagliato e pulitissimo, faceva spiccare viepiù la sua bruna bellezza. Un’espressione di franchezza comica, temperata da modestia, denotava come egli fosse solito ad essere accarezzato e vezzeggiato dal suo padrone.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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