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      — Oibò! Le donne dicono sempre così. Non sono buone a calcolare. Ma indicate loro quanti orologi, catenelle, gioielli possono comprare col loro peso d’oro, e ben presto cambieranno d’avviso.
      — Vi ripeto, Haley, che è inutile parlarne. Dico di no assolutamente.
      — Mi cederete almeno il fanciullo. Dovete esservi accorto quanto mi piace la sua bellezza e la disinvoltura de’ suoi modi.
      — A che potrebbe servirvi?
      — A che? Io ho un amico che quest’anno tiene un siffatto ramo di commercio; gli occorrono alcuni bei garzonetti per tirar più avventori al suo negozio. Sono capi di merce di fantasia. Si vendono ai ricchi, che li pagano assai caro prezzo, per servir da lacchè, aprir lo sportello, accompagnare ed attendere i loro padroni. Noi abbiamo su di essi un bel guadagno: e questo fanciullo, sì comico e sì abile, è appunto il capo che mi ci vuole.
      — Non voglio venderlo così presto, — disse il signor Shelby con aria molto pensosa. — Io sono umano, né mi piace di staccare i figli dalle loro madri.
      — Comprendo benissimo il vostro sentimento; le donne in tali casi non la finiscono più coi loro pianti e le loro querele; anch’io aborro le scene di lutto e di desolazione: sono spiacevoli; e perciò, nel trattar gli affari, io le schivo più che posso. Ora, che avverrà se mi date il fanciullo? Una o due settimane dopo le cose torneranno alla loro calma abituale, e le vostre faccende domestiche andranno come prima. Vostra moglie comprerà alla madre un bel paio d’orecchini, una nuova veste o altre simili bagattelle, e questa sarà subito tranquilla e si rassegnerà facilmente al destino.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





Haley Shelby