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      Ti ricordi il sermone che fece il ministro domenica?
      — Oh, me ne ricordo, e non mi preme punto di ascoltar altri siffatti sermoni! Senza dubbio i ministri non possono impedire il male, né possono, più che noi medesimi, rimediarvi: ma difenderlo! Del resto, tu stesso non approvasti il sermone di cui parli, se ho buona memoria.
      — Confesso — replicò il signor Shelbv — che questi ministri spingono talora le cose più in là di quanto poveri peccatori quali noi siamo ardirebbero fare. Noialtri uomini di mondo siamo spesso costretti a chiuder gli occhi o a passar sopra a certe cose che non sono pienamente giustificabili: ma non ci piace che i ministri e le donne trattino questi argomenti in lungo ed in largo, e si mostrino in fatto di morale più arrendevoli e più indulgenti di noi medesimi. Intanto, mia buona amica, m’auguro che tu capisca come io abbia operato nel miglior modo che è stato possibile, e che le circostanze non mi hanno lasciato altra alternativa.
      — Sicuramente! — rispose la signora Shelby con distrazione; e prendendo fra le dita il suo orologio: — Io non ho alcun gioiello di prezzo; — soggiunse ella con aria pensosa — ma questo orologio non potrebbe servire a nulla? Era un oggetto di valore allorché fu comprato. Oh, se io potessi salvar almeno il figliuolo di Elisa! Darei con piacere tutto quello che ho.
      — Emilia, — disse il signor Shelby — sono veramente desolatissimo che ciò ti stia tanto a cuore. Ma è inutile, il fatto è compiuto: gli atti di vendita sono tra le mani di Haley, e tu puoi, te ne accerto, ringraziare Iddio che il male non sia più grande.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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