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      — Oh, oh! — fece Samuele inarcando le ciglia. — Come lo sai tu?
      — L’ho udito con queste orecchie, proprio stamani, recando al padrone l’acqua per la barba. La padrona mi ha mandato a vedere perché Elisa non veniva come al solito a vestirla, e quando io sono tornato dicendole che il merlotto era fuggito di gabbia, è saltata in piedi esclamando:
      «— Sia lodato Iddio! —
      «Il padrone poi mi sembrava impazzito. Egli ha detto:
      «— Moglie mia, tu parli da insensata. —
      «Ma, Dio buono, egli si ricrederà! So quel che dico, vedete: è meglio star dalla parte della padrona; credete a me che non si sbaglia. —
      Mentre Andy così diceva, Samuele il Nero grattavasi il capo lanuto, entro cui, se non albergava un gran cervello, vi era almeno una considerevole dose di quell’abilità sì utile ai politici d’ogni colore e di ogni paese, cioè quella di voltare la barca a seconda del vento che spira.
      Stando così pensoso, egli diede un’altra tirata ai suoi calzoni, il che era in lui indizio di grande perplessità.
      — Non c’è che dire! Eppure io avrei giurato — soggiunse con aria pensosa — che la padrona avrebbe messo sottosopra cielo e terra pur di ritrovare Elisa.
      — Non c’è dubbio; ma non vedete chiaro sul mezzogiorno! La padrona non vuole che il bimbo di Elisa cada nelle mani del signor Haley. Qui sta tutto.
      — Ahi! — fece Samuele con un accento inimitabile, soltanto compreso da chi visse fra i negri. — Ora intendo.
      — Potrei dirvi molto di più: ma vi consiglio di andare a prendere i cavalli, e presto, perché la padrona ha domandato di voi, ed abbiamo già perduto troppo tempo.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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