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      È la natura che in te parla, o Cloe, — disse Tom — e la natura è forte: ma anche più forte è la grazia del Signore. D’altra parte, considera in quale stato orribile deve trovarsi una povera creatura che può fare di tali cose! Ringrazia piuttosto Iddio di non essere come lui, o Cloe. Per certo io preferirei d’essere venduto mille volte, anziché aver sulla coscienza tutto il male commesso da quello sventurato.
      — E io no, forse? — disse Jake. — Anche noi pensiamo lo stesso, non è vero, Andy? — Andy alzò le spalle e fece udire un sibilo di approvazione.
      — Sono contento — disse Tom — che il padrone non sia uscito stamani come n’aveva mostrato intenzione, benché la cosa sarebbe stata naturale. Tuttavia, ciò avrebbe dato un cordoglio inesprimibile a me, che lo conobbi da piccolino. Ma ho veduto il padrone, e comincio a sentirmi un po’ riconciliato con la volontà di Dio. Giacché il padrone non poteva impedir ciò, egli ha fatto bene. Ma temo che le cose vadano alla peggio, quand’io non sarò più in questa casa. Niuno può pretendere che il padrone basti a sorvegliar tutto come facevo io, e attenda ad ogni cosa. Gli altri hanno buona volontà ma sono negligenti al sommo grado. Ecco ciò che mi conturba. —
      Qui la campana sonò, e Tom fu chiamato in sala.
      — Tom, — gli disse con gran bontà il suo padrone, additandogli Haley — tu devi sapere che ho promesso a questo signore un compenso di mille dollari qualora tu non ti trovassi pronto quando egli avrà bisogno di te. Ora egli se ne va per altri suoi affari, e tu puoi spendere le ore di questa giornata come credi meglio.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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