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      Io non mi sarei mai immaginato che la femmina avesse a trovare da ridire in proposito. Ma, Dio buono, se l’aveste veduta! Si sarebbe detto ch’ella teneva in maggior pregio il fanciullo, appunto perché era cagionevole, piagnolone, e la tormentava di continuo. E non c’era mica nulla d’infinto; perché ella si pose a piangere e a deperire, come se avesse perduto ogni cosa ai mondo. Vi dico io che era una cosa strana il vederla. Coteste femmine avranno sempre dunque di tali idee per il capo?
      — Ebbene, a me è accaduto precisamente lo stesso, — disse Haley. — L’estate scorsa mi procurai una giovane, la quale aveva un fanciullino molto gentile, i cui occhi erano sfavillanti al pari dei vostri: ma quando mi diedi ad esaminarli, m’accorsi che il piccino era cieco, cieco del tutto. Pensai dunque ch’era meglio me ne disfacessi senza dir nulla; il danno non era considerevole: io l’avevo cambiato con un barile di whisky. Ma quando volli pigliarlo, la madre diventò furiosa come una tigre. Il fatto accadeva prima della partenza; i miei schiavi non erano ancora incatenati. Eccola dunque che salta sopra una balla di cotone, strappa un coltello di mano a un marinaro, e fa indietreggiar tutti in un istante. Ma quando ella vide che tutto ciò a nulla giovava, si voltò d’improvviso, e, col figliuolo nelle braccia, si gettò a capo in giù nel fiume: e nessuno l’ha mai più riveduta.
      — Eh, via, — disse Loker, il quale aveva udito questi racconti con mal celato disprezzo — voi, signori, non sapete pigliar le cose per il loro verso!


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





Dio Haley Loker