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      Non avremo forse da fare per cinque buone settimane? E chi sa se basteranno! Supponete un po’ che noi lasciamo ogni altra faccenda e ci strasciniamo di macchia in macchia dietro la giovane e il suo bamboccio, e che finalmente non ci riesca d’impadronircene, poiché è sempre una fatica diabolica il cogliere questa razza di femmine. Dite, come andrà allora la cosa? Ci pagherete un centesimo? Mi pare di vedervi! No, no! Fuori i cinquanta dollari! Se l’affare riesce, io li restituisco; se no, li riteniamo per la nostra fatica. Non va bene così, Marks?
      — Certamente, certamente! — disse Marks con accento conciliativo. — E un’anticipazione soltanto, niente di più. Eppoi, bisogna trattarci bene fra di noi, lo sapete. Tom vi condurrà il ragazzo nel luogo che voi vorrete; non è vero, Tom?
      — Se io trovo il piccino, lo condurrò a Cincinnati, e lo depositerò presso la vecchia Granny Belcher, là dove si smonta, — rispose Loker.
      Marks aveva tirato fuori dalla sua saccoccia un taccuino bisunto, e spiegato innanzi a sé un lungo pezzo di carta.
      — Oh! — diss’egli. — Vediamo un po’i nostri affari: «Barnes, contea di Shelby, il giovane Gim, trecento dollari per lui, morto o vivo. Edwards, Dick e Lucy, marito e moglie, seicento dollari. La giovane Polly co’ suoi due fanciulli, seicento dollari per essa o la sua testa...» Scorro la lista de’miei affari per vedere se possiamo dar mano bravamente al vostro. Loker, — riprese a dire dopo un istante di pausa — dobbiamo inviare Adams e Springer sulle tracce di questa giovane?


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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