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      La mamma mi venne contro incollerita ed infuriata, ed io fui ben bene staffilato, indi messo a letto senza cena, prima che avessi potuto comprendere per qual cagione tutto ciò avvenisse. Poi sentii che piangeva dietro l’uscio, e questo fu per me peggio di tutto il rimanente. D’allora in poi non abbiamo più tirato sassi contro altri gatti. —
      Nella presente occasione la signora Bird si alzò vivacemente, con un volto infocato che ne faceva risaltar viepiù la bellezza; e, andando con aspetto risoluto innanzi al marito, gli disse:
      — Ora, John, ditemi sinceramente: credete davvero che una legge come questa sia giusta e cristiana?
      — Spero bene, Maria, che non mi porrai le mani addosso se ti rispondo di sì.
      — Non mi sarei mai aspettata questa cosa da voi, John! Ma non avrete votato per essa, spero.
      — E perché no, mia bella politicante?
      — Dovreste sentirne vergogna. Povere creature innocenti, senza rifugio! È una legge vergognosa, iniqua, abominevole. Ed io, per quanto è in me, la trasgredirò alla prima occasione, e spero che questa occasione verrà, sì, lo spero! Sarebbe bella che a una donna venisse tolta la libertà di dare un po’ di cena calda e un letto a povere creature affamate, per la sola ragione che sono schiavi, e che furono malamente trattati e oppressi in tutta la loro vita!
      — Ascolta un poco, Maria. I tuoi sentimenti sono lodevolissimi, e per essi mi sei sempre più cara: ma non bisogna, amica mia, lasciarsi dominare da impressioni che fanno traviare il giudizio. Non si tratta ora dei tuoi propri sentimenti; si deve considerare quanta parte abbiano in ciò gl’interessi pubblici.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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