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      — Lo spero bene! — disse la zia Cloe. — Ma Iddio permette talvolta cose terribili, e a questo pensiero io non posso trovar consolazione.
      — Mi pongo nelle mani del Signore; — soggiunse Tom — nulla si può fare all’infuori di quello che Egli permette; eppoi, di una cosa io debbo ringraziarlo, ed è che io solo sia stato venduto, e non già tu, o i figli. Voi siete qui al sicuro; quello che avverrà, non avverrà che a me, e Dio, ne sono persuaso, non vorrà negarmi aiuto. —
      Tom parlava concitato, e come se una mano gli stringesse fortemente la gola; ma la sua parola era ferma. Egli tratteneva l’esplosione del suo rammarico per non accrescer quello della sua famiglia.
      — Deh, pensiamo ai benefizi che ricevemmo dal Cielo! — soggiunse con voce tremante, come se avesse bisogno di pensarvi molto in quel momento.
      — Benefizi! — esclamò la zia Cloe. — Benefizi! Non saprei quali! E pur cosa ingiusta, sì, veramente ingiusta! Il padrone non avrebbe mai dovuto consentire che tu fossi venduto per pagare i suoi debiti. Tu gli fruttasti già due volte più di quanto ebbe a sborsare per averti. Non doveva metterti in libertà? Non avrebbe dovuto far ciò da gran tempo? Sarà vero che egli non trovasse altro mezzo per uscire dalle difficoltà, ma tant’è, io dico che questa è una grande ingiustizia, e nessuno me lo potrà cavar dalla testa! Trattare in tal modo un fedel servo che anteponeva in tutto i vantaggi del suo padrone a’ suoi propri, e che lo amava più di sua moglie e dei suoi figli! A costoro che vendono in tal guisa l’affezione, il sangue del cuore degli altri per togliere d’impaccio se stessi, Dio ne domanderà stretto conto.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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