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      Io piuttosto m’immagino che il primo cavallo errante in cui v’imbattereste, vi parrebbe una sufficiente indicazione delle vie della Provvidenza, non è vero? —
      Il piccolo e vecchio gentleman fece tanto d’occhi per considerar bene l’argomento sotto questo nuovo aspetto; ma per quanto egli non fosse un gran ragionatore, aveva il buon senso che non tutti i logici hanno: quello di non dir nulla, quando non c’è più nulla da dire. E perciò, mentre stava diligentemente voltando e rivoltando tra le mani l’ombrello e ne spianava e lisciava tutte le pieghe, si contentò di proseguire nelle sue esortazioni in un modo generico.
      — Sentite, Giorgio; voi sapete che io vi fui sempre amico. Tutto quello che vi ho detto è per ben vostro. Ora io credo che fuggendo vi esponiate a gravi rischi. Se la fuga non vi riesce, se siete raggiunto, la vostra sorte sarà più lacrimevole che per l’innanzi: voi sarete schernito, e mezzo morto dalle battiture; poi vi faranno discendere il fiume.
      — Signor Wilson, so bene tutto questo; — rispose Giorgio — corro un gran rischio, ma... —
      E aprendosi un po’ l’abito sul petto, lasciò vedere due pistole ed un pugnale.
      — Ecco, — disse — io son preparato a riceverli. Non andrò per certo nel Sud. No; ad ogni evento, saprò procurarmi almeno sei piedi di terra libera, la sola proprietà alla quale io possa mai pretendere nel Kentucky.
      — O Giorgio, lo stato dell’animo vostro è tremendo. Questa è una risoluzione disperata. Io ne soffro più che non crediate. Come potete calpestar così le leggi della vostra patria?


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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