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      Il giovane che aveva difeso la causa dell’umanità e di Dio stava là, con le braccia incrociate, muto testimone di quella scena.
      Egli si rivolse subito verso Haley che gli si trovava vicino.
      — Amico mio, — gli disse con voce profondamente commossa — come potete, come osate fare un commercio simile? Guardate quei poveretti! Mentre io mi consolo al pensiero di riabbracciare mia moglie e il mio figlioletto, la medesima campanella che annunzierà a me l’istante della riunione, darà loro il segnale d’una separazione eterna. Pensate che Dio vi chiederà conto delle loro lacrime! —
      Il mercante si allontanò in silenzio.
      — Che cosa vi dicevo io? — disse ad Haley il venditor di cavalli, toccandogli col gomito il fianco. — Non tutti gli ecclesiastici si rassomigliano. Maledetto sia Canaan, non va molto a sangue a quello là, pare. —
      Haley fece udire un sordo brontolio.
      — E c’è di peggio: — proseguì John — può darsi che ciò non piaccia gran fatto neppure a Dio, quando voi andrete, uno di questi giorni, a regolare i vostri conti con Lui, come tutti, presto o tardi, dovremo fare, io credo. —
      Haley si pose a passeggiare all’altro capo del battello, in atto d’uomo pensoso.
      «Se faccio ancora con buon guadagno una o due altre vendite di schiavi, credo che ne avrò abbastanza;» diss’egli fra sé «ciò comincia a parermi doloroso davvero.»
      E traendo di tasca il portafogli, si diede ad esaminare i suoi conti: espediente che molti altri, al pari di Haley, hanno spesso trovato efficace per sedar le molestie della loro coscienza.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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