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      In questa speranza s’inoltrò verso il parapetto di fronte, e, protendendo la faccia, guardò attentamente fra le teste che si movevano sulla riva; intanto la folla dei passeggeri si accalcò tra lei e il suo figlioletto.
      — Questo è il momento, — disse Haley prendendo il bimbo addormentato e deponendolo tra le braccia del passeggero. — Badate adesso di non destarlo e di non farlo gridare; altrimenti, tra lui e la madre sarebbe proprio un rumore del diavolo! —
      Il passeggero prese con gran precauzione quel bambino e si perdé tra la folla che si avviava verso lo scalo.
      Quando il battello, fischiando, cigolando, abuffando, ebbe lasciato la spiaggia e cominciato lentamente a riprendere il cammino, la donna ritornò al suo posto.
      Il mercante stava seduto là presso; il bimbo non c’era più.
      — Come! Come!... Dov’è? — esclamò essa, fuori di sé medesima.
      — Lucy, — disse il mercante — il vostro piccino è partito; è meglio che ve lo dica subito. Io sapevo che non potevate condurlo con voi nel Sud, e ho trovato un’eccellente occasione di venderlo ad un’ottima famiglia nella quale sarà allevato assai meglio che non avreste potuto fare voi stessa. —
      Il mercante era pervenuto a quel grado di perfezione cristiana che è raccomandata da alcuni predicatori e uomini di Stato del Nord, in virtù della quale l’uomo riesce a spogliarsi del tutto d’ogni pregiudizio o debolezza del proprio cuore.
      Lo sguardo di cupa disperazione che la donna lanciò ad Haley avrebbe per certo cagionato qualche turbamento nell’animo di un uomo meno esperimentato in quella sorta d’affari; ma il mercante era avvezzo da gran tempo e cento altre volte aveva già veduto quel medesimo sguardo.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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