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      Cento volte al giorno si udivano voci aspre benedirla, si vedevano facce rozze sorridere al suo avvicinarsi; e quando essa, arditella, si arrischiava in passi pericolosi, tutte quelle mani nere e callose si stendevano a gara per darle aiuto.
      Tom, che possedeva al massimo grado l’affettuosa e mite indole della sua razza, con sollecitudine ognora crescente seguiva la bella creaturina. Gli pareva che avesse alcunché di celeste, e quando scorgeva la bionda sua testa dietro una balla di cotone, ed ella fissava su lui quei risplendenti suoi occhi, gli sembrava di vedersi apparire uno degli angeli del suo Nuovo Testamento.
      Spesso egli la vedeva aggirarsi malinconica presso il luogo dove Haley teneva il suo branco d’uomini e donne in catene. Essa introducevasi fra gli schiavi, li osservava ad uno ad uno con dolorosa ansietà, e con le sue manine talora sollevava le loro pesanti catene, indi s’allontanava con un sospiro. Talvolta sopraggiungeva con un piccolo carico di frutta e di paste dolci, le distribuiva loro con la massima contentezza, poi spariva.
      Tom osservò a lungo la fanciullina in silenzio prima di avventurarsi a fare più intima conoscenza con essa.
      Aveva in pronto molte maniere per trarre a sé il cuore dei bambini, e risolse di servirsene destramente. Sapeva fare canestrini con noccioli di ciliegie, volti grotteschi col frutto dell’ippocastano, e niuno lo vinceva nella fattura di zampogne e di zuffoletti. I ninnoli ch’egli teneva riposti nelle sue tasche già adoperati per trastullo dei figli dell’antico suo padrone ed ora tirati fuori l’un dopo l’altro con notevole parsimonia, valsero d’introduzione ai trattati di amicizia.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





Nuovo Testamento Haley