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      Vedete, quand’anche egli fosse inetto e scemo, varrebbe molto solamente per la sua corporatura; le sue facoltà poi ne accrescono assai il valore. È dotato di sì rara intelligenza, che può governare da sé solo i beni del padrone; ha una vera attitudine per gli affari.
      — Male, malissimo! Egli sa troppo, — disse il giovane con lo stesso ghigno beffardo — e non avrà gran fortuna nel mondo. Cotesti abili negri non sanno far altro che fuggire, rubare i nostri cavalli e mettere una confusione diabolica dappertutto. Or bene, duecento dollari vi basteranno, spero, per le sue qualità d’ingegno.
      — Voi parlate bene: ma bisogna tener conto dell’indole di Tom. Posso mostrarvi gli attestati del suo padrone e d’altri ancora. Egli è pio, devoto e umile come ve ne son pochi a questo mondo. Perciò nel suo paese lo chiamavano il Predicatore.
      — E io potrò farne il cappellano della famiglia, — soggiunse il giovane. — Bell’idea! La religione può dirsi una merce piuttosto rara in casa mia.
      — Voi ora dite per celia.
      — Che ne sapete? Non me lo date per un predicatore? Da qual Sinodo o da qual Concilio fu esaminato? Orsù, vediamo le carte, se non v’incresce. —
      Haley avrebbe potuto perdere la pazienza qualora il tono scherzevole del giovane non gli avesse lasciato intravedere un bel profitto alla fine dei conti.
      Egli trasse dunque dalla tasca un portafogli unto e bisunto, del quale si diede a esaminare il contenuto attentamente; e il giovane lo guardava in aria di noncuranza e di disprezzo.
      — Oh, babbo, compralo!


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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