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      Ah, in quanto a lui, non temete! Il male è ch’egli non sa mettersi mai al mio posto. Del resto voi vedrete, mia cara, che senza severità non verrete a capo di nulla; costoro son tanto maligni e infingardi!
      — Sempre e sempre la stessa canzone! — esclamò Saint-Clare entrando. — Che conto terribile queste malvage creature dovranno rendere nell’estremo giorno, massimamente per la loro infingardaggine! Voi comprendete bene, cugina, — continuò egli sdraiandosi mollemente sopra un divano dirimpetto a Maria — che l’infingardaggine di costoro è tanto più inesplicabile, inquantochè Maria ed io non ne diamo loro che esempi stupendi.
      — Quanto siete cattivo! — disse Maria.
      — Come, Maria? Io credevo di parlar saggiamente, di corroborare le vostre proprie osservazioni. M’ero ingannato, dunque? Vi ringrazio, cara, di avermelo fatto capire.
      — Ed io invece capisco che avete voglia di mettermi di cattivo umore.
      — Oh, no, Dio me ne guardi, Maria! — l’interruppe Saint-Clare. — Il calore è oggi eccessivo, ed io, proprio in questo momento, ho avuto una disputa con Adolfo, la quale mi ha stancato orribilmente. Siate buona, vi prego, e concedete che io riposi nella luce del vostro sorriso.
      — Qual è stato il motivo della vostra disputa con Adolfo? L’impudenza di costui diventa ogni giorno più insopportabile. Vorrei essere io per alcun tempo, la sua padrona assoluta, e lo vedreste presto umile come un agnellino.
      — Quel che voi dite, mia cara, è improntato della solita vostra perspicacia e del consueto vostro buon senso.


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La capanna dello zio Tom
di Harriet Beecher Stowe
Editore Salani Firenze
1930 pagine 624

   





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